Riceviamo spesso richieste da parte di chi non è proprietario di un terreno ed è però interessato a investire nel fotovoltaico con un acquisto finalizzato all’ottenimento di una rendita annuale garantita. Come individuare un sito idoneo per un impianto solare a terra e poter fare un investimento sicuro? E conviene ancora nel 2021?
Ecco 5 cose che devi assolutamente sapere per investire nel fotovoltaico nel 2021.
1. Analisi di fattibilità e AU
La prima cosa da sapere se vuoi acquistare un terreno per un investimento di questo tipo sono i criteri di idoneità. Abbiamo dedicato una guida di approfondimento sui requisiti di idoneità di un terreno per un impianto fotovoltaico a terra (se te la sei persa, clicca qui) e se dovessimo riassumerli, sicuramente al primo posto c’è l’estensione. Le società di sviluppo o i fondi di investimento per via dell’assenza di incentivi nel fotovoltaico a terra per i terreni agricoli valutano estensioni a partire da almeno 11 - 20 ettari.Il secondo elemento è la vicinanza ad una cabina di tensione per la connessione dell’impianto fotovoltaico (ideale entro il raggio di 2 km).Il terzo elemento è la morfologia e la pendenza: terreni pianeggianti o collinari con esposizione a sud, liberi da cespugli e/o boschi sono sicuramente la tipologia di terreni più favorevoli per un progetto di investimento per un impianto fotovoltaico a terra.Infine l’assenza di vincoli paesaggistici (fiumi, laghi, parchi naturali, aree unesco, aree archeologiche, aree IBA, coni visuali ecc) è un elemento che rafforza a definire un’area idonea per un impianto con pannelli solari a terra.
2. Tempistiche autorizzative
Il secondo aspetto fondamentale da tenere in considerazione è l’iter autorizzativo. Se vuoi scoprire di più come funziona l’autorizzazione per realizzare degli impianti fotovoltaici a terra, abbiamo dedicato una guida speciale anche per questo (clicca qui).L’iter autorizzativo infatti è molto complesso. Per iniziare la fase di realizzazione, una società di sviluppo o fondo di investimento necessita di due autorizzazioni principali: l’autorizzazione da parte del gestore di rete (Enel o Terna) e l’autorizzazione Unica rilasciata dalla regione.Si stima che in 60 giorni il gestore di rete elabora il preventivo di connessione - che successivamente la società in oggetto avrà cura di analizzare in termini di costi e fattibilità. Se la società accetta il preventivo di connessione, lo step successivo è la richiesta di Autorizzazione Unica in regione. Per il rilascio di questo documento la procedura amministrativa prevede che venga indetta una Conferenza dei Servizi che ha una durata di 180 giorni , al termine dei quali dà l’esito. Se l’esito è positivo , bisogna attendere altri 120 giorni in cui l’AU diventi indisputabile (non soggetta a revoche e/o ricorsi).
N.B In base alla regione e alla complessità del progetto le tempistiche possono estendersi fino a 360 gg (a questi sono da aggiungere i tempi di risposta ad eventuali richieste di integrazione).
3. Peculiarità di un contratto preliminare
Al momento della ricezione dell’offerta di affitto e/o di acquisto, si stipula con la società un contratto preliminare che determina l’impegno tra le parti (proprietario e società di sviluppo) e una volta sottoscritto prende avvio l’iter autorizzativo. Tra le condizioni basilari per la firma di un contratto preliminare è che vi sia pieno titolo e proprietà della superficie.
Se ancora non si è proprietari del terreno non si può firmare un preliminare con nessuna società. E se si sceglie di acquistarlo in funzione della firma del preliminare, bisogna tenere a mente la complessità e le tempistiche dell’iter autorizzativo, in quanto :
- Non è detto che l’impianto a pannelli solari venga autorizzato dal gestore di rete;
- Non è detto che la società accetti il preventivo di connessione;
- Non è detto che la regione autorizzi il progetto (nonostante le analisi tecniche di fattibilità approfondite abbiano dato un esito positivo).
4. Caparra ed erogazione del primo canone
In funzione dell’acquisto è bene anche sapere che le società di sviluppo e/o fondi di investimento si impegnano a dare una caparra che solitamente corrisponde al 5/10% del primo canone di affitto a connessione accettata.
L’erogazione del primo canone avviene al termine della fase di realizzazione.