Cosa sono i Tratturi?
Il tratturo, come definito dal Codice della strada, è un percorso a fondo naturale originatosi per effetto del passaggio e del calpestio delle greggi. Si presenta come un largo sentiero erboso, pietroso o in terra battuta e normalmente la sua larghezza è di circa 111 metri. In Italia si stima esistano almeno 98 Tratturi che si diramano per oltre 3.000 km, con una maggior presenza nei territori delle regioni centro-meridionali: principalmente in Abruzzo, Umbria, Molise, Basilicata, Campania e Puglia.
I Tratturi venivano utilizzati su base stagionale dai pastori per effettuare la transumanza, cioè per trasferire le mandrie e le greggi da un'area di pascolo all'altra; nel mentre, il bestiame in marcia pascolava sull'erba che cresceva sul tratturo stesso. L’intero percorso si origina nelle zone montane e più interne dell’area abruzzese e si conclude nel Tavoliere delle Puglie. Queste vie erano percorse nelle stagioni fredde in direzione sud verso la Puglia, mentre nei mesi caldi le greggi percorrevano il percorso inverso tornando ai pascoli montani Appenninici. Lungo i percorsi era normale imbattersi in campi coltivati, piccoli borghi o pietre indicanti il tracciato.
L’origine dei Tratturi risale quindi a millenni fa ed è legata allo sviluppo della transumanza. Tale fenomeno nacque come migrazione spontanea degli animali che seguivano i pascoli più verdi fino a diventare, intorno al IV secolo a. C., un fenomeno gestito e controllato dal popolo Sannita. I Tratturi costituiscono quindi una preziosa testimonianza di percorsi formatisi in epoca antichissima come conseguenza dell’assetto sociale basato sulla pastorizia. Essi sono perdurati nel tempo e riutilizzati in maniera intensiva a partire dall’epoca altomedievale. Oggi rappresentano un frammento di storia conservatosi per secoli, tanto da renderli un importante monumento della storia dei territori dell’Appennino Abruzzese-Molisano e del Tavoliere delle Puglie.
Il vincolo
I Tratturi sono stati dichiarati di interesse archeologico a partire dal 1939 (legge Bottai, n. 1089/1939) e successivamente riportati nel 2004 nel “Codice dei beni culturali e del paesaggio” (d.lgs. 42/04). Quando si richiede l’autorizzazione paesaggistica per l’installazione di un impianto fotovoltaico a terra è proprio a questo decreto del 2004 al quale bisogna fare riferimento, questo poiché i Tratturi ricadono tra quei beni per cui è necessario fare tale richiesta di autorizzazione in quanto zone di interesse archeologico.
Le Regioni interessate dalla presenza dei Tratturi hanno recepito queste norme e imposto dei vincoli per la realizzazione di un impianto fotovoltaico a terra quando posto nelle vicinanze, in modo da preservarli, vista l’importanza a livello storico e archeologico. Nello specifico: non sono idonee all’installazione degli impianti le aree in cui è presente un Tratturo, mentre se un Tratturo è posto all’esterno del terreno in esame è necessario mantenere una fascia di rispetto di 150 metri da esso.